LA STORIA DI CONSONNO, DA BORGO A CITTA' DEI BALOCCHI
L'arrivo del Conte Mario Bagno Per l'antico borgo di Consonno l'inizio della fine coincide con l'arrivo in paese del Conte Mario Bagno, eccentrico imprenditore, che aveva messo gli occhi su Consonno, minuscolo paese in una posizione panoramica facilmente raggiungibile da Milano, per un suo grande progetto che per potersi realizzare aveva solo una modalità: la distruzione dell'antico borgo e la costruzione di una grande nuova Consonno, ma come città dei balocchi. Siamo negli anni Sessanta, in pieno boom economico. L'attenzione ai valori ambientali non è ancora nata. Nella Brianza vengono costruiti enormi condomini, vaste aree di campagna vengono distrutte per fare posto ad interi quartieri, ma nessuno era mai arrivato a tanto: distruggere completamente un paese. Ci pensa il Conte Mario Bagno, che in quegli anni con la sua impresa edile costruiva strade, autostrade e piste di aeroporti in tutta Italia.
1968: il Conte Mario Bagno così come appare in una fotografia sulla rivista "L'Espresso" Giunge quindi una data storica per l'antico borgo di Consonno: con atto notarile dell'8 gennaio 1962, le famiglie Anghileri e Verga, proprietarie per il tramite della Immobiliare Consonno Brianza di tutta Consonno, cedono tutte le quote di partecipazione della società alla famiglia Bagno: ne è capofamiglia il "Grande Ufficiale Mario Bagno, Conte di Valle dell'Olmo", come si legge nell'atto notarile, industriale, nato a Vercelli il 24 febbraio 1901, la moglie Edmea Beretta, casalinga, nata a Pavia il 17 maggio 1908 ed i figli Osvaldo Bagno, geometra, nato a Vercelli il 17 gennaio 1939 e Maria Teresa Bagno, casalinga, nata a Vercelli il 27 gennaio 1934. Il passaggio di quote e conseguentemente l'acquisto di tutto il borgo di Consonno avviene per il prezzo di 22.500.000 lire. Per Consonno è l'inizio della fine. "Costruirò una nuova strada" disse il Conte Bagno. Detto e fatto. Da quel momento Mario Bagno, per gli anziani del posto, diventa il "Conte Amen".
Il Conte Mario Bagno a Consonno, mentre in un filmato d'epoca spiega le sue intenzioni (Archivio Televisione Svizzera)
1962: le ruspe all'opera nei boschi di Consonno (foto di Giulio Corti, da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984) L'imprenditore propone all'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Luigi Viganò di realizzare una strada camionabile per unire Olginate a Consonno. Con delibera di Consiglio Comunale numero 30 del 1961 il Consiglio Comunale approva il progetto della nuova strada, che andava poi donata al Comune. La nuova strada fu presto realtà ad opera dell'impresa del Conte Bagno, ma da quella nuova via per un collegamento comodo ad Olginate iniziarono ad affluire, ruspe, camion e betoniere. Fu l'inizio della fine.
1962: i bambini sorridono ignari che l'arrivo delle ruspe avrebbe portato alla distruzione della loro comunità (foto di Sergio Stucchi da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984) In un primo tempo il Conte Bagno diede ad intendere che le caratteristiche agricole del borgo sarebbero rimaste inalterate seppur integrate da un incremento turistico: in quel periodo inoltre la crisi dell'agricoltura indusse molta gente a lasciare il paese per trovare lavoro nelle industrie sorte a Olginate. Chi aveva scelto di restare a Consonno vedeva di buon occhio l'idea di far diventare Consonno un centro agro-turistico: gli alberghi avrebbero portato lavoro e turisti che potevano acquistare i prodotti della terra. Ben presto però il Conte Bagno fa capire che mira alla costruzione di una pacchiana Las Vegas della Brianza.
Le ruspe mentre demoliscono Consonno (da un filmato d'epoca della Televisione Svizzera) L'imprenditore non si ferma davanti a nulla e casa dopo casa il vecchio borgo di Consonno cade: alla fine dei lavori si salveranno solo la Chiesa di San Maurizio con l'attigua casa del cappellano ed il cimitero, posto su un poggio a Nord di Consonno. I consonnesi ricordano ancora oggi i giorni della demolizione. "Le ruspe attaccavano le case con ancora all'interno gli abitanti o gli animali nelle stalle - ricorda Roberto Milani - bisognava scappare fuori in fretta e furia".
Il Conte Mario Bagno con l'inseparabile cagnolino mentre dirige i lavori (da un filmato d'epoca della Televisione Svizzera) Anche la collina adiacente al cimitero viene attaccata dalle ruspe: limita il panorama e il Conte Bagno la fa abbassare con esplosivo e ruspe, in modo che si possano ammirare da Consonno il Resegone e le Prealpi lecchesi. Consonno città dei balocchi nasce senza un progetto ma estemporaneamente: il Conte Bagno fa costruire quanto pensa una mattina ed il giorno dopo fa demolire quanto costruito perchè ha cambiato idea.
Una panoramica del 1965 di Consonno già in buona parte demolita (foto di Angelo Borghi da "Olginate Ieri e Oggi" - Comune di Olginate 1984) L'opera delle ruspe muta l'equilibrio idrogeologico della zona: nel novembre 1966 le continue piogge favoriscono lo slittamento verso valle di ingenti quantità di fango e pietrisco; nell'aprile del 1967 un nuovo movimento franoso invade la strada che congiungeva le frazioni di S.Maria, Albegno e Parzanella con Olginate. Ma il conte Bagno non si ferma neanche di fronte ad una denuncia di "Italia Nostra". Alle vecchie case vengono sostituiti nuovi palazzi, sfingi egizie, cannoni, pagode, di tutto un po'. Ma le intenzioni del Conte Bagno sono ancora più preoccupanti e, per fortuna, alcune sue idee sono rimaste irrealizzate.
Lo stemma del Conte di Valle dell'Olmo realizzato da Mario Bagno sul piazzale (2008) Eccovi un sunto della sua mania di grandezza dalle sue vive parole rilasciate in una intervista alla Televisione Svizzera che girava un documentario (clicca qui per vedere in streaming il video della Televisione Svizzera,) - (per visualizzare il video occorre avere installato il Real Player, clicca qui per scaricarlo) sullo scempio: "Farò il circuito in quella zona là - annuncia compiaciuto il conte Mario Bagno guardando il poggio semidistrutto - è uno dei più belli per la zona panoramica quasi d'Europa; vorrei dirlo forte perchè forse un circuito così se avrò i mezzi non ci sarà uguale, è piccolino ma molto elegante; lì sotto farò - aggiunge il Conte Bagno - il campo di calcio, il campo della pallacanestro e del tombarello, che è uno sport che si svolgerà in declino; qui vengono i campi da tennis, delle bocce, e da minigolf, di là dovrà venire la pista del pattinaggio, luna park e uno zoo di bestie da parco e giardino, un grande zoo, con un grande ristorante popolare con orchestrine curiose, è vero, per attirare tutto il pubblico naturalmente". Per fortuna di tutti il programma di sviluppo non trovò completa realizzazione. Ma Consonno nel 1968 era ormai una Las Vegas della Brianza.
Un tombino di Consonno: anch'esso con il nome dell'Impresa Bagno (2008) I vecchi abitanti che ancora lì risiedevano si trovavano "accampati" nelle baracche dei cantieri del Conte Mario Bagno. L'eccentrico imprenditore tenterà un rilancio di Consonno negli anni Ottanta il cui primo tassello doveva essere la casa di riposo, ma la cosa non riuscì mai a decollare. Consonno diventa di anno in anno sempre più una città fantasma, ed il suo padre e padrone muore il 22 ottobre 1995 alla veneranda età di 94 anni. |